Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.
Tolstoj, Anna Karenina.
Può accadere che la famiglia attraversi nel corso degli anni momenti di particolare difficoltà. Il disagio può coinvolgere un bambino, un figlio adolescente, un genitore o anche la coppia genitoriale. In ogni caso è la famiglia nel complesso che risente del malessere che viene vissuto da alcuni dei suoi membri. In Imparole dunque nel primo colloquio conoscitivo viene accolto il genitore, allo scopo di analizzare la situazione complessiva e capire come iniziare a procedere, per accogliere nel modo migliore i bisogni di tutti.
Una famiglia può essere in difficoltà perché il bambino piccolo non vuole andare all’asilo o perché non gioca con i suoi compagni o gioca in modo eccessivamente aggressivo e appare troppo ribelle. Man mano che il bambino cresce potrebbe presentare difficoltà scolastiche anche legate alla gestione dei compiti e all’organizzazione del lavoro, o mostrarsi troppo ansioso o difficilmente gestibile perché sempre in movimento e troppo agitato.
Durante la fase adolescenziale, quando le sfide della crescita sono molteplici, il ragazzo potrebbe presentare momenti di forte ribellione o un accentuato ritiro sociale, così come anche rifiuto apparentemente immotivato di andare a scuola e di impegnarsi. Sempre in questa fase emergono le preoccupazione relative all’uso di sostanze, alle esperienze sessuali, al mondo delle dipendenze (internet, gioco, telefonino) e alle cattive compagnie.
Nell’affido e nell’adozione possono presentarsi problemi sia nell’infanzia che nell’età adolescenziale sia a scuola sia in altri ambiti di vita proprio per la specificità della situazione.
Chi aiuta la famiglia in Imparole?
In base alla condizione specifica della famiglia i professionisti di Imparole decidono di volta in volta se prendere in carico con un percorso psicologico o il figlio o i genitori o entrambi.
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