Sono tante le domande e i pensieri che si pongono i genitori durante i primi anni di sviluppo del linguaggio del proprio bambino:
Perché il mio bambino fatica ad usare le parole e comunica maggiormente con i gesti? Perché non combina le parole per formare le frasi? Io lo capisco molto bene, ma gli altri no! Si chiude e si arrabbia quando non riesce a farsi capire oppure gli chiedo di ripetere, perchè?
L’equipe di Imparole da anni accoglie le famiglie e le accompagna passo dopo passo lungo il percorso di crescita del bambino.
Le fragilità che riguardano l’area del linguaggio possono essere varie:
- Disturbo di Linguaggio: comprende quei bambini che hanno difficoltà a costruire le frasi, ma anche quelli che capiscono e producono poche parole rispetto alla loro età anagrafica e alle loro potenzialità cognitive.
- Disturbo della Comunicazione Sociale: comprende quei bambini che non usano il linguaggio per scopi sociali, come richiamare l’attenzione, e che non attuano le regole di una conversazione, quali rispettare i turni oppure adeguare il linguaggio al contesto.
- Disturbo della Fluenza: comprende quei bambini che non hanno un linguaggio fluente, caratterizzato da interruzioni, blocchi oppure frammentazioni di parole.
- Disturbo Fonetico-Fonologico: comprende due gruppi di bambini, quelli che hanno difficoltà a riconoscere e utilizzare i suoni della lingua (per esempio datto per gatto, oppure nino per telefonino) e quelli che hanno difficoltà ad articolare il linguaggio, sia nel suo complesso sia in singoli suoni.
Quando intervenire?
Lo sviluppo del linguaggio passa attraverso alcune tappe fondamentali, che se raggiunte in ritardo possono indicare la presenza di un disturbo di linguaggio e la necessità di un intervento specialistico:
- 10-14 mesi: assenza di contatto oculare, assenza di gesti, in particolare l’indicazione, assenza di lallazione e parole. Una prima consulenza pediatrica consiglierà un esame audiometrico e monitorerà lo sviluppo.
- 14-20 mesi: assenza di attenzione condivisa su un oggetto, assenza o sporadicità di suoni e parole, assenza di gesti che indicano mostrare, dare o indicare; assenza di reazione a un suono. Il pediatra, qualora non l’avesse fatto in precedenza, consiglierà un esame audiometrico.
- 20-30 mesi: assenza di gesti comunicativi (vedi sopra); presenza di 1-2 suoni, parole incomprensibili; assenza di combinazioni di parole, parole prodotte o comprese in numero minore di 20. In questo caso è necessario intervenire rivolgendosi a logopedisti, che consiglieranno strategie per favorire lo sviluppo comunicativo linguistico del bambino.
- 30-36 mesi: utilizzo di parole incomprensibili, assenza di attenzione condivisa, presenza di soli 2 suoni consonantici. Diventa cruciale, a questo punto, rivolgersi a specialisti per un iter diagnostico completo.
- 36-48 mesi: ci sono due tipi di profilo. Nel primo si nota assenza di attenzione condivisa, assenza di gesti quali mostrare ed indicare, utilizzo di pochi suoni, parole incomprensibili, assenza di combinazione di parole. In questo caso è necessario rivolgersi a un centro specializzato per un iter diagnostico completo. Il secondo profilo è caratterizzato da permanenza del gesto, vocabolario minore di 50 parole, rare combinazioni di parole, presenza di pochi suoni consonantici. In questo caso è necessario un approfondimento diagnostico.
- 48-60 mesi: ci sono due tipi di profilo. Nel primo sono presenti vocabolario minore di 50 parole, permanenza del gesto, presenza di pochi suoni consonantici, produzione di tante parole incomprensibili, presenza di alcune combinazioni di due parole. L’altro profilo comprende possibile assenza di suoni che dovrebbero essere acquisiti a questa età quali k, g, ci, gi, f, v, s, l, oppure presenza di molti errori nelle parole, che rendono inintelligibile il linguaggio da persone non familiari; scarsa presenza di frasi con 3 o più parole. In entrambi i profili è necessario rivolgersi a specialisti.
- 60-72 mesi: assenza dei suoni z, sc, gl, r, gn, presenza di errori ancora evidenti ma che non compromettono l’intelligibilità (copa per scopa, atto per alto), produzione di frasi disorganizzate e a volte prive di parti del discorso quali articoli, congiunzioni, morfologia libera e legata.
Quali sono le figure che intervengono e in che modo?
Giunta in Imparole, la famiglia viene accolta con un colloquio conoscitivo con un logopedista, in cui poter parlare delle problematiche del bambino al fine di capire se sia necessario procedere con una valutazione e con quali passi.
L’iter completo prevede una visita neuropsichiatrica, in cui si conferma la presenza della problematica linguistica e si escludono problematiche di altra natura. Qualora la famiglia fosse già in possesso di un referto di visita NPI, si procederebbe alla valutazione cognitiva e successivamente a quella logopedica, solitamente articolata in due sedute.
Al termine del percorso valutativo, qualora ce ne sia bisogno, l’équipe formula un progetto di intervento riabilitativo e ne condivide con la famiglia gli obiettivi e le modalità.
Incontro Gratuito di Accoglienza Online
In Imparole prima di tutto l’accoglienza! In linea con il nostro approccio SECEM (di modificabilità cognitiva strutturale, emotiva ed ecologica) sarà importante per noi accoglierti con l’obiettivo di ascoltare e aiutarti a definire la domanda. Tra i nostri professionisti abbiamo scelto pedagogisti, psicologi, logopedisti e terapisti della neuro e psicomotricità dedicati a questa prima fase di orientamento. L’incontro gratuito di accoglienza online ha l’obiettivo di capire il tuo bisogno e metterlo in relazione con il nostro Centro aiutandoti ad orientarti fra tutti i nostri servizi.