Gruppetti genitori e bambini nello spettro

I bambini speciali sono come gli uccelli: tutti volano in modo differente. Tutti però, hanno lo stesso diritto di volare– Jessica Del Carmen Perez

Cosa sono i gruppetti genitori-bambino nello spettro? 

Quando si riceve una diagnosi di autismo, la mente si affolla di domande: “Cosa devo fare adesso?”, “Come posso aiutare al meglio il mio bambino?”, “Come posso stimolarlo?”, “Come posso interpretare e gestire i comportamenti più complessi?”.

Per sostenere i genitori che si pongono queste domande dopo aver ricevuto la diagnosi di Disturbo dello spettro autistico del loro bambino, Imparole ha pensato di proporre un percorso in piccolo gruppo con genitori e bambini di età compresa tra 1 e 5 anni.

Il piccolo gruppo, infatti,  favorisce lo scambio di esperienze tra genitori, sostiene le prime competenze socio-relazionali dei bambini, e si configura come uno spazio in cui i professionisti possano stimolare interazioni “ecologiche” con attività ludiche e facilmente replicabili nel quotidiano, promuovendo inoltre la creazione di una rete di supporto che permetta a tutti di crescere e sviluppare le proprie potenzialità.

 Quando e dove?

L’attività inizierà il 9 novembre nella nuova sede di Via Pirandello e nella sede di Seveso

Quali sono le figure in Imparole che intervengono e come?   

Durante ogni incontro saranno presenti due professionisti in contemporanea: una psicologa (o una pedagogista) affiancata da una neuropsicomotricista, che si alternerà settimanalmente con una logopedista.
La presenza di due professionisti permetterà di:

  • Lavorare con i bambini proponendo attività mirate a sostenere lo sviluppo dei prerequisiti;
  • Lavorare con i genitori sia rispetto alle attività proposte, sia per creare un gruppo che si sostenga e si confronti ricevendo consigli rispetto a dubbi e domande che emergono. 

Le attività proposte andranno a stimolare lo sviluppo dei prerequisiti emotivo-relazionali (turnazione, capacità di permanenza all’interno di un gruppo, riconoscimento delle principali emozioni), dei prerequisiti del linguaggio (intenzionalità comunicativa, attenzione condivisa, modulazione dello sguardo), dei prerequisiti motori di motricità globale e motricità fine.

Con i genitori verrà impostato inoltre un lavoro sulla comprensione del funzionamento del proprio bambino e verranno forniti consigli su quali attività proporre a casa per stimolare al meglio il proprio bambino.
Il professionista presente aiuterà inoltre a trovare le risorse all’interno del gruppo e stimolerà il confronto.

 

Quali sono i materiali che usiamo in una terapia di potenziamento?

I materiali utilizzati sono tanti e vari, sono scelti in base all’obiettivo su cui si vuole lavorare e ai bisogni del piccolo gruppo; l’importante è essere creativi! 

Si proporranno attività e materiali adatti ai bambini del gruppo e che potranno anche essere riprodotte a casa o a scuola.

Protagonista principale sarà sempre la mediazione, come in tutti gli interventi terapeutici in Imparole, elemento fondamentale del metodo Feuerstein: ogni individuo può attraverso l’intervento intenzionale del mediatore attivare le sue possibilità di apprendimento e cambiamento. 

Tempi: quante volte alla settimana?

Il percorso durerà da ottobre a giugno (circa 30 incontri) e sarà a cadenza monosettimanale. Ogni incontro durerà 1 ora.

 

Che ruolo giocano i genitori?

I genitori sono parte integrante di questo percorso, pensato proprio per la coppia genitore-bambino. Avranno modo di confrontarsi con altri genitori e, guidati da un professionista, trovare le modalità e l’approccio migliore per il proprio bambino.

Come accedere?

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