L’educazione non segue lo sviluppo, ma lo anticipa– Vygotskij
Il Dr. Geoffrey Waldon, neurologo, è stato l’ideatore e il pioniere di questo metodo che è diventato col tempo il suo progetto di vita. La sua teoria si basa sulla premessa che il movimento è la principale fonte di motivazione, apprendimento e sviluppo dell’essere umano.
Sviluppato in anni di pratica clinica e di sistematica osservazione di neonati e bambini di tutte le età, Waldon ha individuato i processi di apprendimento autonomi dell’essere umano nelle prime fasi della sua esistenza. Ha osservato come con la ripetizione di movimenti e gesti dal grembo materno in poi, i bambini imparano ad apprendere, aumentando e affinando a ogni ripetizione la loro competenza.
Il metodo Waldon mira a recuperare e rafforzare le abilità primarie che l’essere umano, in condizioni normali, sviluppa autonomamente con il gioco spontaneo, nelle prime fasi della sua esistenza, e che costituiscono la base di ogni successivo apprendimento.
Trova applicazione in percorsi di terapia con persone di differente età e di diverso livello di abilità; particolare in soggetti con ritardi nell’apprendimento, difficoltà linguistiche e di socializzazione. Tale approccio ha dato risultati sorprendenti, in particolare nel trattamento di bambini con disordini dello spettro autistico, e nel tempo è stato applicato anche al trattamento dei bambini con iperattività (ADHD).
LA LEZIONE DEL METODO WALDON
Il trattamento si struttura in lezioni durante le quali lo “studente” esegue semplici esercizi, condotti sotto la guida silenziosa di un facilitatore. Infatti una delle particolarità è il mancato utilizzo della comunicazione verbale, se non inizialmente per spiegare quali sono le modalità di quello che si andrà a fare, questo per dare spazio al gesto motorio e a una elborazione autonoma e personale dei processi cognitivi implicati.
Durante la lezione lo studente apprende:
- da solo
- senza coinvolgimento dei genitori
- senza apprezzamenti o critiche
- senza ricompense
- per il proprio piacere
- guidato dalla sua stessa motivazione
Gli esercizi proposti, svolti con l’utilizzo di appositi e semplici strumenti di gioco, vertono allo sviluppo e al rafforzamento di abilità primarie quali:
- afferrare e spostare oggetti
- impilare e costruire
- utilizzare semplici strumenti
- fare rumore
- scartare
- tracciare segni
- disegnare
- riconoscere e appaiare o separare oggetti identici
- riconoscere e selezionare oggetti simili
- classificare
- creare sequenze
- codificare
Particolare attenzione viene posta dal facilitatore all’impugnatura e all’utilizzo delle mani, delle braccia e al loro coordinamento, al movimento dei polsi e delle spalle e al formarsi di schemi di movimento ampi, chiari e decisi, in un clima di lavoro piacevole.
Le attività vengono introdotte in modo da favorire e assecondare il coinvolgimento e la motivazione spontanea, seguendo il ritmo e la gradualità necessaria a evitare situazioni stressanti per il bambino, che non viene spinto a misurarsi con le sue difficoltà e con i risultati dell’attività svolta, ma portato ad acquisire abilità e ad affinarle attraverso la ripetizione, senza giudizio.
A noi piace perchè il metodo Waldon si basa sulla premessa che ogni bambino può imparare a imparare e che non è mai troppo tardi per iniziare il cammino, come nel metodo Feuerstein. Ci piace anche la semplicità degli strumenti utilizzati, l’uso del silenzio, utilissimo per tanti bambini, la scoperta del movimento, utilissimo per riattivare o attivare i processi cognitivi!